martedì 16 luglio 2013

10 domande a Stefano Fantelli - "Io sono il Brujo" (Mezzotints)

Con questa intervista diamo avvio a una nuova sezione del blog di Altrisogni, dedicata ad approfondire la conoscenza di autori di narrativa horror, fantascientifica o weird in occasione dell'uscita delle loro opere.
"10 domande a..." apre così i battenti con un'intervista a Stefano Fantelli, scrittore "di genere" di provata esperienza che ha all'attivo un numero spropositato di racconti pubblicati un po' ovunque, diverse raccolte personali, un romanzo, una graphic novel e il recentissimo "concept book" Io sono il Brujo - Confessioni di uno stregone, edito in formato elettronico da Mezzotints Ebook.
Muovendosi tra i generi più disparati con passo accorto e plasmando elementi diversi in modo personale, Stefano Fantelli è riuscito a creare una mitologia tutta sua, basata sul personaggio del Brujo, stregone dei nostri tempi.

L'intervista è a cura di Tanja Sartori.



#01
Altrisogni: È uscito di recente per Mezzotints il tuo ebook Io sono il Brujo, quindi partiamo con una domanda di rito: chi è il Brujo? Sei tu, è qualcuno che conosci, è un personaggio di fantasia? Insomma da dove nasce? 

Stefano Fantelli: Il Brujo nasce nella sua versione letteraria circa dieci anni fa, in un racconto contenuto nella mia raccolta Alla fine della notte (Mobydick). E nasce un po’ per gioco, essendo infatti il mio personaggio più autobiografico e ironico. In breve tempo è diventato anche il più apprezzato dai lettori (il Brujo è presente anche nel successivo Dark Circus, tanto da far decidere prima Horror Magazine di far tenere al Brujo una rubrica fissa (Diario di uno stregone poeta), poi l’editore Cut-Up Comics che ha voluto realizzarne una graphic novel (El Brujo Grand Hotel) e ora Mezzotints che ha fortemente voluto e creduto nell’ebook del Brujo. Ma le avventure e le confessioni del Brujo non sono finite, sono anzi appena iniziate, potete ritrovarlo in una nuova graphic novel dal titolo Zombie Paradise che uscirà in occasione di Lucca Comics & Games di quest’anno, e nel frattempo sto lavorando anche a un romanzo, sempre del Brujo. 

#02
A.: Nel testo si trovano sparse qua e là numerose citazioni di canzoni, film, scrittori, filosofi, che spaziano dalle epoche ai generi più diversi, ma quali sono le tue più importanti fonti di ispirazione? Chi sono i tuoi modelli? 

S.F.: Io traggo ispirazione da tutto quello che vedo e che sento. Dai film, dai libri, dalla musica, dai sogni, ma anche dalle persone. I miei modelli (e maestri inconsapevoli) sono tantissimi, sono una creatura onnivora e ho gusti a volte abbastanza contrastanti. Tra i primi che mi vengono in mente, per citarne giusto qualcuno, John Fante, Clive Barker, Dino Buzzati, Kurt Vonnegut, Fabrizio De André, Richard Matheson, Ernest Hemingway, Joss Whedon, Stanley Kubrick, Garth Ennis, Jane Austen, Edgar Allan Poe, Woody Allen, Sylvia Plath, il cinema horror italiano degli anni ’70, i fumetti horror americani degli anni ’50, eccetera… la lista sarebbe lunghissima… 

#03
A.: Parlando di modelli parliamo anche di come nascono le storie. Nei tre racconti che compongono l’ebook si trovano vari riferimenti mitologici ed esoterici e fanno la loro comparsa divinità di religioni molto diverse. C’è una mitologia, una religione o una cultura a cui ti senti più legato e che ti fornisce i maggiori spunti? 

S.F.: Non c’è una cultura o una mitologia a cui mi sento più legato, mi interessano e mi affascinano tutte e sono da sempre un appassionato di favole e di leggende, nonché di esoterismo. Tutto questo si riversa inevitabilmente nelle storie del Brujo e contribuisce a plasmarne il personalissimo universo narrativo. 

#04
A.: Un personaggio particolare e che colpisce subito nei tuoi racconti è quello della Morte, che tu descrivi come una giovane donna che osserva in disparte succhiando un lecca lecca. Qual è il suo ruolo nelle vicende, qual è il significato della sua presenza? 

S.F.: La morte delle storie del Brujo è… la morte. È una compagna di viaggio spesso indesiderata, una nemica/amica, un’amante. L’unico dubbio su cui ancora il Brujo e Angelo disquisiscono è se esista una sola Morte o se questa sensuale ragazza avida consumatrice di Chupa-Chups sia “solo” la morte del Brujo. Quello che sovente i due amici si chiedono è: “Come funziona? Se la facciamo fuori poi non muore più nessuno?”. La Morte delle storie del Brujo è l’incarnazione di un’entità che accompagna i defunti nell’Aldilà. Ed è innamorata del Brujo. 

#05
A.: E poi ci sono gli angeli, che sono un elemento forte dell’immaginario fantastico e che forse molti non si aspetterebbero di trovare in una storia dalle tinte horror. Naturalmente i tuoi angeli sono un po’ degli outsider, come lo sono gli altri personaggi. Vuoi parlarci di come li concepisci e delle motivazioni dietro la loro scelta di mischiarsi agli esseri umani? 

S.F.: In Io sono il Brujo ci sono due angeli, Mela e Angelo. Entrambi, ma in tempi diversi, si sono fatti amputare le ali da un macellaio per poter vivere una vita umana nel nostro mondo. Sono affamati di emozioni, sono degli entusiasti. Mela inoltre vuole fare sesso col Brujo (ma come sai lei e il Brujo su questa cosa avranno una sorpresa), Angelo vuole fare sesso con ogni ragazza carina che incontra. Le loro ali sono come una bandiera che non vogliono più sventolare. Mela è stata la guardiana dell’Eden, il suo compito era presidiarne il cancello d’entrata. E anche Angelo ha ricoperto un ruolo importante, come viene spiegato nella graphic novel. Non aggiungo altro per non svelare troppo. Il sospetto di fondo è che questo Eden si trovi in un’altra dimensione, forse su un altro pianeta, e che sia qualcosa di molto più reale e concreto di quello cui siamo abituati a credere. 

#06
A.: Abbiamo accennato prima all’horror: chi parla della tua raccolta la definisce però weird psichedelico. Si tratta solo di etichette per inquadrare in quale scaffale mettere un titolo o è qualcosa di più? Tu come la vedi, in che genere collocheresti i tuoi scritti? 

S.F.: Questo libro (ma in fondo tutta la mia produzione) è molto contaminata da diversi generi. L’horror, il dark fantasy, la black comedy, il noir, a tratti anche l’hard boiled. Non amo le etichette, ma il termine weird credo che meglio di ogni altro possa riassumere lo spirito delle storie del Brujo. Ma il Brujo è il Brujo. L’etichetta più corretta sarebbe brujo.

#07
A.: Entriamo più nello specifico del “mestiere di scrivere”. Io sono il Brujo è raccontato tutto in prima persona, il che comporta un più profondo coinvolgimento dell’autore in ciò che narra, sei d’accordo? Preferisci l’immersione completa o il distacco di una forma in terza persona? 

S.F.: Non sono del tutto d’accordo, l’autore può narrare in terza persona e mettersi comunque a nudo. Personalmente non sento questo distacco usando la terza persona. Io non ho preferenze, scrivo in entrambe le forme. Per esempio il mio romanzo Strane Ferite, uscito poco prima dell’ebook di Mezzotints, è scritto tutto in terza persona, ma per le “confessioni” del Brujo trattandosi di una sorta di diario è stato spontaneo e inevitabile adottare la prima persona. Di solito comunque sono i personaggi a scegliere la forma della voce narrante, non l’autore. Almeno per me è così, è sempre stato così, e il Brujo in questo senso non mi ha lasciato scelta. 

#08
A.: Come già accennato, Io sono il Brujo si compone di tre racconti, che però sono legati tra loro da un filo conduttore, ovvero il protagonista. Ci sono molte differenze tra lo scrivere racconti e lo scrivere un romanzo, e diverso ancora è il caso di una serie di racconti che potrebbero stare insieme come un romanzo. Tu in che situazione ti trovi più a tuo agio? Preferisci le storie lunghe e articolate o gli spazi ristretti? 

S.F.: Io più che altro ho il bisogno fisiologico di raccontare, quando la storia arriva non riesco a trattenermi a lungo, devo scriverla. E capisco subito se vorrà essere raccontata in 10 cartelle o in 20 o in 200. O se vuole diventare una storia a fumetti. Non mi trovo più a mio agio con una lunghezza più che con un’altra, sia la struttura del racconto che quella del romanzo possiedono vantaggi e svantaggi. Trovo meraviglioso riuscire a rappresentare un mondo in poche cartelle, così come trovo impagabile il respiro e lo spazio che un romanzo regala ai propri personaggi. Poi c’è il caso di una raccolta come questa del Brujo, che è una sorta di concept album e che a me piace definire “romanzo di racconti”. Mi diverte sperimentare diverse forme e continuerò a farlo. 

#09
A.: Come ci hai spiegato, nella tua carriera hai pubblicato di tutti: numerosi racconti, un romanzo e anche una graphic novel (con la seconda, Zombie Paradise, in arrivo). Come è stata la tua esperienza editoriale? Soddisfazioni, rimpianti, strade in salita o in discesa... raccontaci il tuo rapporto con l’editoria italiana. 

S.F.: Io ho fatto quella che viene definita “gavetta”, ho sempre scritto tantissimo, quando ho iniziato mandavo agli editori scatole da scarpe piene di racconti. Ho pubblicato un centinaio di storie su riviste e antologie varie prima di arrivare alla mia prima pubblicazione da solista. Non mi sono mai fermato, il primo libro mi ha portato al secondo e così via. Rimpianti nessuno, soddisfazioni tantissime. Riguardo alla strada, in Italia per un autore italiano è sempre in salita la strada, ma perché molti lettori (non tutti, per fortuna) per primi sono diffidenti e di conseguenza lo diventano anche gli editori che decidono di non investire su nomi italiani, soprattutto se con titoli di genere. Io sono sempre andato avanti, seguendo il mio progetto personale e conquistandomi negli anni la fiducia di editori e di addetti ai lavori, allargando sempre di più la cerchia di collaborazioni in campo editoriale e lavorando anche come curatore e come editor, come nel caso delle graphic novel di Danilo Arona e di Barbara Baraldi. 

#10
A.: Per concludere, occupiamoci un po’ dei lettori: hai qualcuno in mente come “destinatario ideale” quando scrivi? E a chi consiglieresti la lettura di Io sono il Brujo e delle altre tue pubblicazioni? 

S.F.: La consiglio a tutti, senza limiti di età, sesso o classe sociale. Non scrivo mai pensando a un lettore ideale, ho sempre cercato di scrivere quello che mi piacerebbe leggere, cercando di offrire qualcosa di diverso dalla solita minestra. Il consiglio è: leggete le confessioni proibite e oscure del Brujo, di colui che si autodefinisce “l’esperto mondiale delle stronzate paranormali più assurde”. 

Ringraziamo Stefano Fantelli per aver inaugurato questa nuova sezione del blog e per essersi lasciato tartassare dalle nostre domande senza opporre resistenza. E ora... aspettiamo ulteriori avventure del Brujo.


SCHEDA DELL'OPERA





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